Tra bianchi e rossi risalendo la Dora Baltea

La possibilita di trovare ottimi vini locali non e certo il pensiero principale di chi pensa la Valle d'Aosta come un paradiso di piste innevate, di sentieri che si arrampicano nel piu antico dei parchi naturalistici italiani o vuole visitare i castelli arroccati a difesa delle vallate principali della piccola regione alpina.
La possibilita di trovare ottimi vini locali non e certo il pensiero principale di chi pensa la Valle d'Aosta come un paradiso di piste innevate, di sentieri che si arrampicano nel piu antico dei parchi naturalistici italiani o vuole visitare i castelli arroccati a difesa delle vallate principali della piccola regione alpina. Chi, invece, sale in valle per praticare lo sport della forchetta o per abbinare una lunga camminata ad una sosta al ristorante, potrebbe restare sorpreso dalla carta dei vini prodotti localmente e soddisfatto per la sua scelta.

Il Donnas Doc, vino prezioso
Per scoprire i vini della Valle si puo risalire il corso della Dora Baltea. La prima tappa sara a Donnas dove, su terrazzamenti, viene coltivato il Picotendro, questo il nome del vitigno con cui in zona viene identificato il Nebbiolo, da cui si ottiene il "fratello montano del Barolo": il Donnas Doc. E un vino prezioso che la tradizione locale accredita di virtu afrodisiache. In questo senso potrebbe essere fratello d'alta quota anche del Pelaverga di Verduno (Cn). Il colore e rosso rubino scarico con riflessi granata piu o meno intensi a seconda delle annate e del periodo di invecchiamento. Di profumo fine, con l'invecchiamento acquisisce complesse sfumature che ricordano le spezie, il cioccolato e la nocciola tostata. Ha gusto secco e armonico con fondo ingentilito da una persistente nota tannica.

Tra Nebbioli e bianchi delicati
Ancora qualche chilometro e si tocca il tetto altimetrico del Nebbiolo dove il vitigno produce un vino a denominazione locale: l'Arnad Montjovet che ha sapore asciutto, caratterizzato da sensazioni di cuoio e di spezie. Il "supérieur", ottenuto da vigneti a limitata resa per ettaro localizzati nel cuore della zona, si differenzia per una gradazione minima naturale piu elevata e per un periodo di invecchiamento piu lungo. Arnad e zona di produzione dell'ottimo Petite Arvine, un bianco delicato, fine e fruttato che acquista eleganza con l'affinamento in bottiglia. Riesce a conservare una buona freschezza grazie all'acidita sostenuta che gli deriva dal vitigno. La tappa successiva sara a Chambave e Nus, zona vocata per ottimi Moscati bianchi, per un'interessante produzione di Malvasia e per microproduzioni da vitigni autoctoni come il Vien de Nus, il Cornalin e il Fumin, antiche rarita dell'enologia locale recentemente riscoperte e valorizzate, grazie anche all'affinamento in legno e alla successiva maturazione in bottiglia.

Profumi di vigneto in vista del Monte Bianco
Salendo ancora, superata Aosta, Aymaville, Introd e S. Pierre si arriva agli 800 metri di Arvier, patria del vitigno autoctono Petit Rouge da cui si ottiene il famoso Enfer d'Arvier. Vino intenso, di sapore corposo, e stato uno dei primi vini valdostani ad ottenere la Doc. I vigneti da cui trae origine sono coltivati in un anfiteatro naturale caratterizzato da un forte irraggiamento solare, da cui deriva l'appellativo di "inferno".
L'ultima tappa del percorso sara a quota 1.200 metri dove, in vista del Monte Bianco, cresce ancora il Prieblanc da cui si ottiene il Blanc de Morgex et de La Salle. Ricavato con uve ottenute dai vigneti piu alti d'Europa raccolte a giusta maturazione, e un vino che vuole essere bevuto giovane. Ha profumo fine e delicato, fruttato con sentore di erbe di montagna e di fieno appena tagliato e gusto secco, molto delicato, con note fruttate valorizzate da una buona freschezza.
La regola e "indietro non si torna"
Una delle situazioni piu adatte per apprezzare un vino e quella della convivialita. L'errore frequente e quello di non seguire un percorso di degustazione. Dove la regola e "indietro non si torna". Quindi mai servire un vino, seppur ottimo, dopo un vino superiore per gradazione, struttura e complessita. Un altro problema e quello dei condimenti: aceto e limone - specialmente questo - sono in grado di mettere in crisi il rosso piu invecchiato e muscolare. Anche i condimenti piccanti possono creare lo stesso problema. Infine attenzione ai carciofi e al cioccolato fondente che sono due abbinamenti molto insidiosi.

Dimmi cosa bevi, ti diro cosa mangi...
L'Arnad Montjovet ha un abbinamento praticamente perfetto con il celebre lardo di Arnad, suo "degno compagno", oltre alle carni di capretto e di maiale. E poi ottimo con i formaggi stagionati, soprattutto le tome di latte vaccino o miste, purché generosamente stagionate.
Il Petite Arvine, conterraneo ma da bacca bianca, si accompagna bene con antipasti, leggeri spuntini e carni bianche. Si abbina perfettamente, grazie alla sua sapidita, con molti piatti di pesce anche di mare.
Lo Chambave Moscato secco e aromatico si presta ad essere bevuto fuori pasto, come aperitivo, anche se trova buon abbinamento con crostacei e formaggi di media stagionatura. Il passito e indicato per la preparazione dello zabaione e puo essere associato con buoni risultati anche con la pasticceria secca.
Rimanendo in zona la Malvasia di Nus e un vino di larga duttilita negli abbinamenti: dagli antipasti, ai primi, alle carni bianche. Ottimo come vino da chiacchiera e da dolci secchi nella versione passita.
Il Donnas, fratello montanaro del Nebbiolo, ne ricalca in gran parte gli abbinamenti: camoscio e selvaggina da pelo sono gli abbinamenti migliori.
Il Blanc de Morgex e adatto come aperitivo, ben si sposa con antipasti delicati e con la trota di montagna. Ottimo da gustare con la pizza. Va servito molto fresco.
L'Enfer d'Arvier, infine, e ottimo con le carni rosse, gli arrosti e la selvaggina, ben si abbina con zuppe tipiche e formaggi locali.